La mancanza di vitamina d fa ingrassare? Per chiarire questo concetto e comprendere la correlazione possibile tra la carenza di vitamina D e obesità in questo articolo cominceremo con lo spiegare cos’è la vitamina D che viene chiamata anche “la vitamina del sole” perché in gran parte prodotta grazie all’esposizione ai raggi solari e perché è molto importante per il benessere psicofisico, in quanto è in grado di portare molteplici benefici non solo per il corpo ma anche per la mente.
La vitamina D infatti agisce come in primo luogo regolando l’assorbimento del calcio, favorendo la mineralizzazione delle ossa e quindi proteggendole dall’osteoporosi, una malattia metabolica ossea che si caratterizza per la significativa riduzione della componente (massa) minerale nonché il progressivo deterioramento della struttura (architettura) del tessuto osseo causando così la fragilità del sistema scheletrico.
L’azione benefica della vitamina D però non si ferma qui, infatti la vitamina D agisce ulteriormente per il benessere del corpo:
La carenza di vitamina D quindi, come è ovvio intuire è in grado di causare notevoli disagi e secondo alcuni studi può essere correlata anche all’insorgenza di alcune malattie.
Tra i sintomi più comuni in caso si abbia una carenza di vitamina D troviamo sonnolenza, affaticamento e dolore muscolare, febbre e infezioni ricorrenti, depressione, perdita di capelli ed anche aumento del peso e difficoltà a dimagrire.
Diversi studi infatti, dimostrano come bassi livelli di vitamina D possano essere associati al sovrappeso, specie nella donna in menopausa, per questo affermare che la mancanza di vitamina d fa ingrassare può essere corretto.
Ma qual’è la correlazione tra vitamina D e aumento di peso?
La vitamina D agisce in maniera benefica riguardo al peso corporeo in quanto:
Attraverso questa azione congiunta la vitamina D si attesta quindi come un’alleata del peso forma.
La vitamina D è una vitamina liposolubile, che viene in gran parte prodotta grazie all’esposizione ai raggi solari ed accumulata nel fegato per essere poi rilasciata a piccole dosi dal corpo quando il suo utilizzo diventa necessario.
La vitamina D si presenta sotto due forme:
Il fabbisogno giornaliero di questa vitamina può variare a seconda dell’età. In generale e in assenza di fattori di rischio è di 400 unità al giorno. Le dosi però possono variare e arrivare fino a 1.000 unità al giorno in presenza di fattori di rischio o deficit.
In assenza di questa quantità, la carenza può provocare diverse problematiche legate alla salute di ossa, muscoli e mente. Per questo al fine di evitare tale carenza è bene evitare comportamenti che impediscano l’esposizione al sole, come vestirsi troppo coperti, usare protezioni solari troppo elevate o restare al chiuso per lunghe ore.
Secondo l’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, i valori desiderabili della vitamina D, un pro-ormone liposolubile prodotto a livello della cute per azione dei raggi UVB, sono compresi tra 20 e 40 ng/mL.
Quando questi valori non sono presenti si parla dunque di una carenza di vitamina D che è considerata sempre più un problema di salute pubblica globale, essendo diffusa in tutti i continenti ed in tutte le fasce di età.
Secondo l’Università di Harvard infatti, a livello mondiale, la carenza di vitamina D riguarderebbe circa un miliardo di persone. Per questo sono attive molte ricerche al fine di comprendere bene il ruolo di questa vitamina e il suo funzionamento.
Gli studi recentemente effettuati su vitamina D e metabolismo hanno evidenziato la presenza di una stretta associazione tra ipovitaminosi D, ovvero carenza di vitamina D e obesità.
Una correlazione è inoltre stata verificata anche nei casi di dimagrimento, in cui si è registrato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di vitamina D.
Tale correlazione può nascere anche dal semplice fatto che la persona con problemi di obesità spesso pratica poca attività fisica, soprattutto all’aperto e scoprendosi, abitudine questa, che impedisce loro di sintetizzare questa vitamina attraverso l’esposizione al sole, la maggiore fonte di assunzione di vitamina D per l’organismo.
A seguito di questi dati la domanda che viene automatico porsi è: la vitamina D fa dimagrire?
La vitamina D potrebbe determinare una diminuzione di peso agendo nei seguenti modi:
Un nuovo studio pubblicato su PLoS One ci fornisce nuove prospettive sulla carenza di vitamina D come conseguenza dell’obesità, dimostrando che, almeno in età pediatrica, l’adiponectina, una molecola prodotta dal tessuto adiposo, è direttamente coinvolta nell’obesità e che l’assunzione di vitamina D è in grado di regolarne la produzione.
La causa scatenante maggiore per cui ciò avviene sembrerebbe essere in maggior misura dovuta al semplice fatto che le persone obese non praticando sport e specialmente in esterno tendano ad assumere la vitamina D dal sole in minor misura rispetto alle persone normopeso. Inoltre avviene che la vitamina D rimane “intrappolata” nel tessuto adiposo non rendendosi disponibile. E da qui nasce la correlazione tra carenza di vitamina D e obesità.
La carenza di vitamina D porta l’organismo ad avere diverse problematiche come sonnolenza, affaticamento e dolore muscolare, febbre e infezioni ricorrenti, depressione, perdita di capelli. Oltre a queste problematiche troviamo anche aumento del peso e difficoltà a dimagrire.
Ma qual’è la correlazione tra carenza di vitamina D e obesità?
Esistono diversi motivi per cui può esistere una correlazione tra carenza di vitamina D e obesità. Alcuni dei fattori che possono contribuire a questa relazione sono:
La carenza di vitamina D è stata associata a diverse problematiche come disturbi cardiovascolari, ipertensione, diabete di tipo 2, cancro, depressione e tra queste troviamo anche obesità.
Tuttavia è bene sottolineare che su questa correlazione per verificare se sia fortuita o no, la ricerca scientifica sta approfondendo analizzando proprio il ruolo e i meccanismi con cui la carenza di vitamina D agirebbe nel causare tali patologie.
Essendo inoltre la carenza di vitamina D una problematica che riguarda il 50% della popolazione mondiale, è un tema molto caldo su cui gli studi si stanno sempre più concentrando.
Ciò che si può già dire è però che stando a studi scientifici un’associazione tra carenza di vitamina D e obesità è certa considerando che mentre soggetti obesi si è dimostrato avessero bassi livelli di vitamina D, il dimagrimento, faceva invece registrare un aumento delle concentrazioni di vitamina D nel sangue.
Molti nutrizionisti hanno sottolineato come questo composto organico liposolubile abbia un alto potere dimagrante.
La vitamina infatti è in grado di aumentare il senso di sazietà regolando la produzione della leptina e ridurre la fame aiutandoti a recuperare o mantenere il peso che desideri in quanto inibisce la formazione delle molecole proteiche responsabili della formazione del grasso addominale.
La vitamina D inoltre aiuta nel perdere peso agendo attraverso:
In generale c’è da sottolineare come non è ancora del tutto chiaro se vi sia una relazione causale tra la carenza di ì vitamina D e aumento di peso o se l’associazione sia frutto di un’associazione fortuita, infatti, lo studio “Carenza di vitamina D: conseguenza o causa dell’obesità?” si focalizza proprio su questo nesso tra obesità e carenza di Vitamina D, al fine di comprendere ii meccanismi che sono all’origine di tale deficit.
Tuttavia secondo recenti ricerche è stato mostrato come 2000 IU di vitamina D-3 possa essere indicata come la dose efficace per aiutare a perdere peso e grasso in un contesto di vita sana, di alimentazione ipocalorica e movimento.
La vitamina D è un nutriente essenziale per il nostro organismo, responsabile di diverse funzioni fisiologiche. Uno degli aspetti più importanti dell’integrazione alimentare della vitamina D è il suo ruolo nella regolazione del metabolismo del calcio e del fosforo.
Per questo, se la vitamina D assunta attraverso il sole non dovesse risultare sufficiente rispetto al fabbisogno giornaliero dell’organismo, questa vitamina può essere integrata anche attraverso l’alimentazione che rispetto all’integrazione può rappresentare il 10-20% del fabbisogno di vitamina D.
A tale scopo è quindi importante conoscere ed assumere gli alimenti che sono in maggior misura ricchi di questa vitamina come ad esempio: il pesce grasso (come salmone, sgombro e sardine), i latticini fortificati, le uova e i funghi.
Inoltre, se ciò non bastasse esistono integratori alimentari di vitamina D disponibili sul mercato, che possono essere utilizzati a tale scopo come ed integratori specifici per alcuni delle problematiche causate da questa carenza come ad esempio integratori per la stanchezza e integratori per la memoria.
Il fabbisogno giornaliero di vitamina D varia a seconda dell’età ma può essere identificato in 400 unità al giorno, in assenza di fattori di rischio. Le dosi possono però variare e arrivare fino a 1.000 unità al giorno in presenza di fattori di rischio o deficit.
Valori che indicano una carenza o una presenza in eccesso di questa vitamina possono portare a diversi sintomi negativi.
Una carenza di vitamina D infatti può portare a diversi sintomi come ad esempio a una cattiva calcificazione delle ossa con effetti che vanno dal rachitismo per i bambini alle deformazioni ossee di varia natura e alla osteomalacia o ad avere denti più deboli e vulnerabili alle carie.
Un eccesso di vitamina D invece può provocare una calcificazione diffusa a livello dei vari organi, con conseguenti sintomi quali vomito, diarrea e spasmi muscolari.
Nel caso in cui i valori di vitamina D presenti nel corpo siano al di sotto di quelli indicati fino a qui, è necessario trovare altri modi per integrare questa vitamina e stare alla larga dai sintomi che una carenza può portare.
In questi casi può quindi essere utile integrare la vitamina D attraverso due modi:
Tra le categorie di persone che più spesso potrebbero necessitare degli integratori di vitamina D potrebbero esserci gli anziani che non uscendo spesso di casi come gli altri potrebbero assumere attraverso il sole una minore quantità di vitamina D. In questi casi scegliere i migliori integratori per anziani è molto importante per mantenerli in salute sotto molteplici punti di vista in cui questa vitamina è in grado di intervenire.