Abbiamo appurato come, il settore degli aspirapolvere, sia perennemente segnato dalla grande differenza di genere e di stile di lavoro che i vari modelli protraggono. Le tipologie di aspirapolvere sono tante, e tutte offrono una qualche caratteristica, una funzione specifica o una particolarità qualsiasi che le differenziano all’interno di un mercato saturo e incredibilmente ricco di opzioni e sfumature. Ora che conosciamo quelli che sono, generalmente, i migliori 10 aspirapolvere presenti nei negozi, è giunto il momento di affondare gli artigli più a fondo nell’argomento.
Fatte le dovute premesse, perciò, quali sono le principali tipologie di aspirapolvere?
Come abbiamo visto nel corso delle varie analisi dei singoli prodotti, gli aspirapolvere maggiormente frequenti sono quelli che si distinguono tra aspirapolveri con filo e aspirapolveri senza filo. In questo caso, la differenza principale sta dunque nella fonte di alimentazione primaria, che caratterizza delle differenze importanti tra l’una e l’altra categoria.
Altra tipologia particolarmente selezionata dagli utenti è l’aspirapolvere a traino, costituito da un modulo aspirante centrale che viene appunto “trascinato” in giro per la stanza.
Contemporaneamente, ci è possibile anche distinguere gli aspirapolvere ciclonici, quelli con tecnologia di raccolta a sacco e, per concludere, i robot aspirapolvere.
Sostanzialmente, un po’ tutte queste categorie possono essere incrociate tra di loro, creando appunto degli ibridi che inglobino determinate caratteristiche piuttosto che altre. Sarà ad esempio possibile approcciare un aspirapolvere senza filo con sacco, o un aspirapolvere con filo ma senza sacco, trainabile, e così via.
La prima sostanziale differenza di categoria, che in questo caso inseriamo in un singolo paragrafo, è quella che intercorre tra le varie tipologie di alimentazione principale. La presenza o assenza di un filo per l’alimentazione è infatti spesso al centro della selezione del prodotto finale, in quanto determina le capacità di movimento con un determinato aspirapolvere all’interno di uno spazio delimitato.
I migliori aspirapolvere con filo sono dunque gli aspiratori più tradizionali. Si tratta di strumenti alimentati via cavo, il quale fornisce l’apporto energetico richiesto sfruttando una presa elettrica. Si tratta della soluzione più vantaggiosa in termini di prestazioni, in quanto attinge direttamente alla fonte per trovare energia elettrica e non subisce mai cali prestazionali, che invece sono tipici dei moduli a batteria.
Di contro, questi modelli con filo possono creare delle difficoltà nei movimenti più complessi, proprio perché l’utente deve costantemente prestare attenzione al filo ed allo spazio che è in grado di coprire rimanendo attaccato sempre alla stessa presa.
Generalmente, gli aspirapolvere con filo offrono cavi che partono dai 5 metri, fino ad arrivare ad un massimo di 16 metri nei modelli più professionali e costosi.
Tale limite svanisce con gli aspirapolvere senza filo. In questo caso, infatti, abbiamo degli aspirapolvere alimentati da un pacco energetico definito, spesso una batteria, che garantisce all’utente una specifica autonomia entro la quale l’aspirapolvere continuerà a funzionare. Se gli spostamenti sono dunque molto agevolati, ne subisce le conseguenze il comparto prestazionale, che deve sottostare a limiti di tempo specifici perdendo via via sempre più mordente man mano che la batteria si scarica.
Le batterie possono garantire un minimo di 25 minuti di autonomia, arrivando a circa 45 minuti nei casi migliori.
Un’altra delle grandi varianti di aspirapolvere è l’aspirapolvere a traino.
L’aspirapolvere a traino è una delle soluzioni più “old” proposte agli utenti, in quanto fa riferimento ad un mercato particolarmente vecchio e fermo alle proposte di una decina d’anni fa. Nonostante si tratti di un design piuttosto obsoleto, comunque, l’aspirapolvere a traino offre ancora oggi diversi vantaggi interessanti, che partono dalla capienza e si spostano sulle prestazioni su diverse superfici.
L’aspirapolvere a traino è composto da due elementi sostanziali: il tubo aspirante (in certi casi flessibile) e il modulo aspirante. Il modulo è proprio la parte che “viene trainata”, essendo un vero e proprio blocco ovale o cilindrico che contiene il motore ed il serbatoio per lo stoccaggio della polvere. In determinati modelli, questo blocco è dotato di ruote gommate e supporti anti-urto/anti-ribaltamento, che impediscono alla macchina di danneggiarsi in seguito a cadute accidentali o di rovinare i mobili e le pareti semplicemente sbattendoci contro.
Questa variante può essere sia con filo che senza, a sacco o ciclonico: la modalità dipende interamente dalla scelta del produttore, che può optare per il design a traino praticamente sempre.
Gli aspirapolvere a traino sono soluzioni solitamente pesanti, complesse da spostare e pesanti da sollevare, sconsigliate dunque a persone che vivono in case con più piani da pulire.
Gli aspirapolvere ciclonici sono invece, all’interno del settore degli aspiratori manuali, le soluzioni più moderne che il mercato potesse concepire. Gli aspirapolvere di questo genere sfruttano infatti una tecnologia definita appunto “ciclonica”, la quale sfrutta la forza centrifuga incanalata nel tubo per ottimizzare la spinta nel serbatoio, simulando dunque un vortice.
Questo è possibile grazie ai cicloni integrati, gli elementi che permettono di generare questo genere di corrente e di incentivare la formazione del turbine.
Sostanzialmente, l’aspirapolvere ciclonico aspira correttamente tutto ciò che capita sotto tiro, compiendo però un’azione in più rispetto alle altre tipologie: questo tipo di aspirapolvere separa sapientemente l’aria che è stata aspirata dal particolato, dallo sporco e dalla polvere che sono entrati nella bocchetta principale. In questo modo, tutte le microparticelle dannose vengono intrappolate all’interno del filtro, mentre l’aria viene reimmessa in circolo completamente depurata e priva di agenti dannosi.
L’aspirapolvere ciclonico è dunque quello che ottiene le prestazioni migliori, permettendo al pavimento di rimanere pulito più a lungo rispetto a quanto non accada in altri casi.
L’aspirapolvere a sacco è invece la soluzione più tradizionale tra tutte le modalità di lavoro esplorate sino ad ora. Si tratta di una scelta ad oggi conveniente sotto alcuni punti, mentre risulta comunque particolarmente scomoda sotto altri aspetti. L’aspirapolvere a sacco funziona come un normalissimo aspirapolvere, differenziandosi principalmente per il metodo di conservazione dello sporco raccolto.
Se, nel modello ciclonico, si ha un serbatoio dedicato da svuotare con un paio di click, in questo caso si ha invece un sacco predisposto alla raccolta della polvere, che una volta pieno dev’essere sostituito con un prodotto nuovo e pulito.
Questo ha un singolo vantaggio: durante la fase di ricambio, infatti, la polvere rimane perfettamente intrappolata all’interno del sacco, evitando dunque eventuali spargimenti di polvere per la stanza. Questo può essere utile a chi soffre di particolari allergie alla polvere, evitando dunque un’esposizione che con gli altri modelli è invece sempre possibile.
Nonostante ciò, l’aspirapolvere con sacco presenta al tempo stesso anche delle problematiche: i sacchetti devono infatti essere acquistati periodicamente, proprio perché questi modelli richiedono sempre e solo i sacchetti compatibili alla bocchetta di aspirazione interna. Questo costituisce una spesa periodica, che ripetuta nel tempo definisce una vera e propria spesa fissa.
Infine, l’ultima tipologia frequente di aspirapolvere riguarda la versione più moderna in assoluto, il progresso tecnologico per eccellenza arrivato fino a questo momento: il robot aspirapolvere.
Il robot aspirapolvere è un macchinario completamente automatizzato che permette all’utente di programmare sessioni di pulizia, gestire il proprio ambiente e la macchina stessa senza muovere un muscolo. Si tratta di dispositivi digitali spesso circolari, venduti quasi sempre in coppia con una basetta di ricarica o una stazione di autopulizia/ricarica, in base al modello che si sceglie.
Nella maggior parte dei casi, il robot aspirapolvere va posizionato all’interno del proprio ambiente e, dopo una scansione in 3D della stanza, sarà in grado di fornire all’utente tutta una serie di impostazioni per la pulizia automatica del pavimento. Tutte queste impostazioni potranno essere visionate, controllate, gestite e modificate attraverso uno smartphone, in associazione ad un’applicazione dedicata esclusivamente a quel prodotto.
La navigazione nello spazio avviene tramite sensori laser associati alla memoria 3D dell’ambiente, cosa che permette al dispositivo di evitare dirupi, ostacoli e cadute.
I migliori robot aspirapolvere permettono quindi di risparmiare una quantità incredibile di tempo, proprio perché permettono anche di programmare le sessioni di pulizia e lasciare che la macchina svolga tutto in completa autonomia. L’unico intervento richiesto all’utente è appunto il refill/ricambio dei detergenti inclusi nel dispositivo: sì, queste macchine possono spesso anche lavare il pavimento con acqua e detergente, ed asciugare prima di tornare in postazione di riposo.